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giustiziaÈ illegittimo il trattamento dei dati giudiziari dei propri dipendenti non previsto da alcuna norma di legge: questo il principio di diritto evidenziato dal Garante per la protezione dei dati personali in un recente provvedimento sull’utilizzo, in ambito aziendale privato, di tale particolare tipologia di informazioni.

La richiesta di autorizzazione era pervenuta all’Autorità da una nota società di servizi che intendeva raccogliere e comunicare alla ditta appaltante i dati tratti dal casellario giudiziale dei lavoratori impiegati in ambito ferroviario: nelle clausole contrattuali, infatti, era specificatamente previsto che l’appaltante potesse vigilare ed esprimere il proprio gradimento sul personale impiegato nei servizi. Le informazioni sarebbero poi state conservate assieme alle cartelle dei dipendenti fino alla cessazione del rapporto di lavoro.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha sottolineato come l’Autorizzazione n. 7/2016, con la quale è stato ammesso il trattamento dei dati giudiziari da parte dei datori, concerne esclusivamente le informazioni che siano indispensabili per adempiere obblighi di legge specifici, derivanti da normative interne, europee, da regolamenti o contratti collettivi ed ai soli fini della gestione del rapporto di lavoro.

Il trattamento indicato dalla società Titolare risultava invece privo dei predetti requisiti e quindi di una base giuridica specifica che ne legittimasse lo svolgimento, motivo per il quale l’Autorità ne ha rigettato l’istanza.